Per il Servizio Idrico Integrato, l’ARERA ha varato il nuovo metodo tariffario per il 3° periodo di regolazione (2020-2023), introducendo ulteriori perfezionamenti ad uno schema molto articolato.
Gli Enti di Governo d’Ambito (EGA) possono scegliere fra sei distinti schemi regolatori in relazione alla situazione specifica del proprio ambito, in termini di investimenti, aggregazioni e costo del servizio.
Gli strumenti di pianificazione sono:
- il Piano degli Investimenti, comprendente le opere strategiche,
- il piano economico-finanziario
- la convenzione di gestione.
La complessità del sistema tariffario – costruito per incentivare gli investimenti e migliorare la qualità del servizio – deriva dall’esigenza di contemplare un’ampia casistica, dovuta ad un’elevata frammentazione nei modelli di gestione e nei dati operativi del servizio.
Sono diffuse le gestioni in economia, mentre il modello dello “in-house providing” è preferito rispetto all’affidamento mediante gara.
Le gestioni rispettivamente dell’acquedotto, della fognatura e della depurazione sono spesso separate, anche nello stesso territorio.
Il sistema tariffario adottato è un’evoluzione del “metodo normalizzato”, che prevede un compenso per il gestore corrispondente alla sommatoria di:
- costi operativi riconosciuti
- ammortamento delle immobilizzazioni
- equa remunerazione del capitale investito netto.
Nel caso del servizio idrico integrato, la complessa formula che definisce i ricavi del gestore è arricchita da componenti specifiche, che comprendono:
- incentivazione degli investimenti
- premi per gli operatori virtuosi,
- recupero della morosità
- recupero dei costi ambientali.
Il complesso meccanismo di calcolo prevede un tetto massimo di incremento annuo delle tariffe variabile tra il 3,7% e l’8,5% a seconda dello schema regolatorio adottato.
Gli incrementi tariffari medi rilevati sono stati ben inferiori, ovvero pari allo 0,4% nel 2018 e allo 0,8% nel 2019, rispetto all’anno precedente, a livello nazionale.
Ciò può significare, da un lato, che il sistema tariffario ha permesso ai gestori di recuperare efficienza e, dall’altro lato, che non tutti i gestori sono stati in grado di documentare la necessità di aumenti tariffari più consistenti, a vantaggio di un migliore servizio e di robusti investimenti.
Il servizio idrico integrato è un’attività capital intensive che sfrutta in larga misura opere realizzate con fondi pubblici non remunerate dagli utilizzatori oppure coperte da canoni ridotti a copertura dei mutui contratti dai comuni per la loro realizzazione.
Vi sono anche opere realizzate dai titolari di lottizzazioni a scomputo degli oneri di urbanizzazione e pertanto di proprietà pubblica.
Tali immobilizzazioni emergerebbero laddove un nuovo gestore dovesse riscattare gli impianti a fronte di un nuovo affidamento mediante gara, determinando automaticamente un incremento delle tariffe, che peraltro sono mediamente fra le più basse in Europa.
La nostra esperienza in operazioni straordinarie nelle public utilities ci indica che sono molte le sinergie operative e finanziarie ottenibili attraverso l’aggregazione di gestori.
L’aggregazione dei gestori operanti in territori vicini rappresenta un’ottima occasione per il recupero di efficienza e la valorizzazione ed emersione degli asset ai fini tariffari.
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