Prosperare nell’economia circolare dei rifiuti
Chi opera nel settore dei rifiuti deve affrontare molte difficoltà in conseguenza di una significativa volatilità di prezzi e tariffe associati ai servizi di raccolta, stoccaggio, trasporto, trattamento, smaltimento e recupero delle diverse frazioni.
La volatilità – prescindendo dalle distorsioni associate al cosiddetto “turismo” domestico ed internazionale dei rifiuti e dei materiali recuperati – può essere in buona parte ascritta all’incertezza associata all’ottenimento ed al rinnovo delle autorizzazioni. La continua evoluzione del quadro normativo non favorisce gli investimenti e può penalizzare alcune attività.
I numeri
In Italia la produzione annua di rifiuti urbani si è stabilizzata intorno 30 milioni di tonnellate (500 kg/abitante), un valore paragonabile alla media europea ma più basso di paesi come la Germania (627 kg/ab). La destinazione finale dei rifiuti riassunta qui di seguito (tra parentesi tonda la media europea e tra parentesi quadra la media tedesca):
- discarica –> 28% (20%) [2%]
- incenerimento –> 22% (30%) [32%]
- compostaggio e digestione anaerobica –> 20% (18%) [18%]
- riciclo –> 30% (31%) [48%].
La percentuale di raccolta differenziata è salita progressivamente, assestandosi al 55,5% su base nazionale (66,2% nelle regioni settentrionali) nel 2017. Le diverse regioni, a cui compete la pianificazione ed il coordinamento delle politiche sui rifiuti, stanno incoraggiando l’aumento della raccolta differenziata, che incontra difficoltà di attuazione nei territori montani.
Il valore complessivo del mercato dei servizi di igiene urbana è stimabile in circa 10 miliardi di euro.
Il modello organizzativo
Secondo il principio di sussidiarietà, se un ente inferiore è in grado di svolgere efficacemente un servizio di interesse pubblico, l’ente superiore non deve intervenire e ne deve piuttosto favorire l’azione. I servizi di igiene urbana sono caratterizzati da:
- un’attività locale di raccolta “porta a porta”
- centri di raccolta comunali o intercomunali
- centri di stoccaggio e trasferenza provinciali
- impianti di trattamento su scala interprovinciale o regionale.
Ne consegue che il coordinamento tra gli Enti è assolutamente necessario.
Le Autorità di Bacino, investite da competenze diverse dai diversi ordinamenti regionali, rappresentano l’organo di governo territoriale delle politiche nazionali, regionali e provinciali sui rifiuti.
In ogni caso, ai Comuni è garantita autonomia nelle scelte riguardanti il proprio territorio a in materia di:
- caratteristiche ed estensione dei servizi di igiene urbana (modalità e frequenza della raccolta, gestione dei centri di raccolta e stoccaggio, spazzamento, sgombero neve, ecc.)
- tariffe (con l’ausilio della pianificazione finanziaria predisposta dal gestore) e modalità di riscossione (bollettazione agli utenti o TARI)
- gestione delle materie prime secondarie recuperate (carta, vetro, metalli, ecc.)
- scelta del gestore (affidamento con gara ad evidenza pubblica, in-house providing, partenariato pubblico-privato, ecc.).
Le scelte riguardanti gli aspetti logistici ed il pretrattamento delle frazioni dei rifiuti e la loro destinazione finale (recupero, termovalorizzazione, smaltimento) competono al gestore nel rispetto delle autorizzazioni e della pianificazione provinciale e regionale.
La raccolta differenziata e il recupero di MPS
La scelta di favorire la raccolta differenziata ed il recupero, limitando l’impiego di termovalorizzatori e discariche, ha consentito di sviluppare nel nostro Paese esperienze e competenze interessanti nella raccolta e trattamento delle diverse frazioni di rifiuti.
La risposta della popolazione a questa politica più responsabile è stata assai positiva, consentendo un progressivo miglioramento della qualità delle frazioni recuperate, grazie anche alla messa a punto di sistemi di raccolta più sofisticati e alla prospettata più ampia adozione della tariffazione puntuale.
FORSU, sfalci e potature, carta, cartone, materie plastiche, vetro, alluminio, ferro, legno, RAEE, pneumatici, oli esausti, vernici, pile e accumulatori: sono molte le frazioni raccolte che cercano una destinazione diversa dalla discarica e dalla termovalorizzazione, per ottenere materie prime secondarie (MPS) e conseguire la situazione di “end of waste” prevista dall’art. 184-ter del D.Lgs. 152/2006.
Una parte significativa della raccolta e del trasporto ai centri di trattamento viene assicurata dai consorzi nazionali di recupero, che hanno predisposto una fitta rete di collaborazioni con raccoglitori, trasportatori, impianti per il trattamento e soggetti che riutilizzano i materiali recuperati.
Il trattamento delle frazioni raccolte
La qualità della raccolta condiziona in modo determinante il trattamento delle diverse frazioni dei rifiuti. Vediamo qualche esempio di processi di recupero:
- Per l’umido di qualità, denominato anche frazione organica o FORSU, il trattamento principe è la digestione anaerobica finalizzata a produrre biometano e – con l’aggiunta di verde da sfalci e potature – compost di qualità per uso agricolo e florovivaistico.
- Per la plastica è importante la pulizia e la separazione, mediante sistemi a lettura ottica, delle diverse frazioni recuperabili (principalmente polietilene e PET).
- Il rifiuto indifferenziato può essere trattato in impianti meccanici e biologici (TMB) per separare la frazione secca, utilizzabile come combustibile, dalla frazione umida, ottenendo una perdita di volume e di peso.
- Carta e cartone possono essere recuperati dalle cartiere, i rottami ferrosi dalle acciaierie.
- I rifiuti da apparecchiature elettriche (RAEE) possono essere trattati per recuperare rame e altri metalli nobili.
- Gli oli vegetali esausti possono essere trasformati in combustibile biodiesel, previa transesterificazione.
- Gli pneumatici vengono disgregati per produrre polverino e granuli, in parte recuperabili in una varietà di industrie manifatturiere (compresa quella della gomma) ed in parte utilizzati come come combustibile.
- Il legno diventa la base per produrre truciolato, che viene impiegato nell’industria dei mobile.
Per ciascun processo di recupero sono disponibili macchinari e tecnologie sempre più perfezionati, che possono essere impiegati vantaggiosamente dopo avere eseguito opportune prove sulle frazioni raccolte da trattare, che differiscono per qualità nei vari territori.
I consorzi obbligatori di recupero (Conai, Corepla, Coreve, Cna, Cial, Compieco, Rilegno, Cobat, Couu, Ecopneus, ecc.) promuovono il recupero ed il riciclo delle frazioni di propria competenza, garantendo agli operatori della raccolta di rifiuti solidi urbani il ritiro di tali frazioni e la corresponsione di un contributo.
Il ruolo dei termovalorizzatori e delle discariche
Allo stato attuale, in ogni caso, una parte significativa delle frazioni raccolte e trattate, che non è recuperabile per una varietà di ragioni, trova nelle discariche e nei termovalorizzatori la propria destinazione finale.
La tecnologia di abbattimento e controllo delle emissioni dei termovalorizzatori ha fatto grandi progressi ed oggi la disponibilità di un termovalorizzatore efficiente rappresenta un asset importante per la comunità che lo ospita.
Anche per le discariche sono disponibili soluzioni tecniche innovative che consentono di ristrutturare e ampliare gli impianti esistenti, minimizzando l’impatto ambientale.
Per queste ragioni, alcuni osservatori sollevano obiezioni sulla scelta di massimizzare la raccolta differenziata, che in talune condizioni può determinare un indesiderato aumento della bolletta ai cittadini per i servizi di igiene ambientale.
Le scelte strategiche
Abbiamo svolto consulenze di natura tecnico-economica e finanziaria in un’ampia varietà di progetti e attività nel settore dei rifiuti, perseguendo obiettivi diversi:
- strutturazione di fusioni e acquisizioni
- valutazione del valore economico delle attività
- definizione di un piano strategico
- analisi di mercato
- definizione di tariffe
- preparazione e asseverazione di piani industriali
- preparazione alle gare per il rinnovo degli affidamenti
- studi di fattibilità per investimenti nel trattamento e smaltimento di rifiuti.
E’ importante rilevare che in tutti i casi esaminati l’elemento determinante per garantire la sostenibilità del business è costituito dalla possibilità di presidiare nel modo più esteso possibile le attività della filiera, dalla raccolta fino al recupero ed allo smaltimento del rifiuto.
Presidiare tutte le attività di filiera consente di investire minimizzando i rischi e sfruttando le opportunità che il progresso tecnologico mette a disposizione, come ad esempio:
- tecnologie per la tariffazione puntuale
- gestione della flotta per la raccolta ed il trasporto di rifiuti
- ottimizzazione dei percorsi
- sistemi informatici per il monitoraggio e la gestione dei flussi
- tecnologie per il trattamento delle frazioni raccolte (plastica, frazioni organiche, RAEE, oli esausti, ecc.), con netto miglioramento della qualità delle MPS.
Gli altri due elementi fondamentali per una strategia vincente sono:
- la stabilità e continuità degli affidamenti dei servizi
- una massa critica sufficiente per programmare investimenti di scala adeguata.
Il futuro
Per il futuro è opportuno riflettere sul ruolo centrale che giocano le aziende pubbliche o private concessionarie dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani nel garantire un servizio efficiente e un’opportuna autonomia dei territori rispetto al recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti.
La continuità degli affidamenti – che sarà verosimilmente accompagnata da nuovi meccanismi di calcolo delle tariffe – consentirà di programmare i necessari investimenti in tutta la filiera, dalla raccolta allo smaltimento.
Le infrastrutture disponibili potranno essere utilizzate vantaggiosamente anche per rifiuti speciali appartenenti ad altre filiere, a vantaggio del territorio.
Nel settore dei rifiuti opera attualmente una molteplicità di soggetti e vi è ampio spazio per operare alleanze, associazioni, fusioni e acquisizioni, a vantaggio di una maggiore efficienza e stabilità del sistema e del mercato.
In un prossimo articolo parleremo dell’importante segmento dei rifiuti industriali.