Ogni impresa può guardare alle diverse aree geografiche e paesi del mondo secondo tre prospettive distinte fra loro.
- come mercati di sbocco per i propri prodotti e servizi
- come mercati di approvvigionamento di materie prime e servizi.
- Sede per la produzione di prodotti e servizi a beneficio dell’impresa.
Investimenti esteri
La maggior parte dei paesi del mondo cerca di creare le migliori condizioni possibili per attrarre gli investimenti stranieri. Il pacchetto di incentivi comprende ad esempio, laddove possibile, la creazione di zone franche, il controllo straniero delle società locali, la esportabilità degli utili di impresa ed una fiscalità agevolata.
Gli investitori stranieri, oltre a tenere conto di queste agevolazioni, debbono poi valutare altri aspetti essenziali, fra i quali sono particolarmente importanti:
- la qualità ed il costo della manodopera locale
- lo status e le condizioni di vita del personale espatriato da assegnare localmente al progetto
- i vincoli riguardanti l’importazione e l’esportazione di prodotti e servizi che interessano l’attività
- la tutela dei diritti dell’investitore (marchi, brevetti, proprietà)
- le condizioni ambientali riferibili all’esercizio dell’attività.
Selezionare il paese più promettente
Nel valutare l’opportunità di avvio di un’attività all’estero, è opportuno esaminare i seguenti dati essenziali:
- Prodotto interno lordo (PIL)
- Tasso di crescita del PIL
- Convertibilità della valuta
- WTO: Eventuale adesione del paese agli accordi del World Trade Organization. Gli accordi, che sono stati negoziati, firmati e ratificati da gran parte delle nazioni che partecipano al commercio mondiale, hanno lo scopo di aiutare i produttori di beni e servizi, gli esportatori ed importatori a condurre i loro affari. L’adesione ai trattati del WTO, che non sono statici ma che vengono rinegoziati continuamente (vedere l’agenda di Doha), comporta fondamentalmente l’impegno, da parte del paese firmatario, a tutelare i diritti di chi investe nel paese o di chi commercia con esso.
- Export Credit (ECA): indica i termini massimi di dilazione consentiti dall’accordo internazionale (Consensus) relativo ai crediti governativi all’esportazione con dilazione di pagamento di due anni e oltre (OECD Arrangement on Guidelines for Officially Supported Export Credits) (1 = 5 anni, max. 8,5 anni; 2 = 10 anni).
- Cat. OECD: indica la categoria di rischio attribuita al paese dalle agenzie di credito all’esportazione (ECA) dei paesi aderenti all’OECD, inclusa SACE (0 = minimo; 7 = massimo).
- Classifica SACE: indica l’atteggiamento assicurativo assunto da SACE rispetto all’assicurazione del rischio politico e commerciale (0 = senza restrizioni; 1 = apertura con restrizioni; 2 = solo operazioni strutturate ed investimenti; X = sospensiva).
- Grado di difficoltà la difficoltà che gli operatori economici stranieri possono incontrare nell’introdurre i propri prodotti e servizi nel paese.
- Grado di difficoltà che gli operatori economici esteri possono incontrare nell’attivare investimenti.
- Grado di difficoltà che gli operatori economici stranieri possono incontrare nello svolgere localmente un’attività economica.
- Nazionalità e specializzazione della manodopera disponibile localmente, che può essere locale (L = di nazionalità locale o stranieri residenti con permesso di lavoro illimitato) oppure TCN (T = third country nationals, ovvero stranieri con permesso di lavoro temporaneo).
- CIT: Aliquota fiscale sul reddito delle società.
- CGT: Aliquota fiscale sulle plusvalenze di capitali.
- BT: aliquota fiscale sul reddito delle filiali estere.
- WHTd: Aliquota di ritenuta alla fonte sui dividendi.
- WHTr: Aliquota di ritenuta alla fonte sulle royalties.
- WHTb: Aliquota di ritenuta alla fonte sulle rimesse delle filiali estere.