La ricognizione eseguita nel 2016 dall’Autorità Garante della Concorrenza (AGCM) indica che in tutte le Regioni l’affidamento dei servizi di igiene urbana fa in gran parte ricorso al modello dell’in-house providing, talvolta anche in assenza dei requisiti previsti dalla disciplina comunitaria e nazionale, con una durata degli affidamenti assai superiore ai tempi di ammortamento delle attrezzature e dei mezzi per la raccolta.
L’Autorità ha individuato nelle gare ad evidenza pubblica lo strumento migliore per gestire gli affidamenti e, in subordine, il modello dell’in-house providing con precisi vincoli sull’efficienza del servizio.
Con il 2018 l’AEEGSI (rinominata ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha assunto compiti di regolazione anche nel settore dei rifiuti. A fine agosto 2018 si è insediato il nuovo Collegio dell’Autorità. Quali saranno gli orientamenti ?
In aprile l’ARERA ha avviato un procedimento per l’adozione di provvedimenti in materia di regolazione della qualità del servizio e di regolazione tariffaria nel ciclo dei rifiuti, anche differenziati, urbani e assimilati, creando le premesse per richiedere ai soggetti esercenti il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti, le informazioni funzionali all’adozione di tali provvedimenti.
E’ verosimile che l’Autorità, dopo una fase non breve di ricognizione e la conseguente condivisione e revisione di documenti di consultazione, predisponga un insieme articolato di norme per la definizione della qualità del servizio e per la regolazione tariffaria, basata sul riconoscimento di costi operativi in linea con standard di efficienza predefiniti, di un’equa remunerazione del capitale investito netto e degli ammortamenti dei cespiti operativi. Saranno ragionevolmente introdotti meccanismi di perequazione per tenere conto
Il compito dell’autorità non è semplice perché, a differenza dell’energia elettrica, del gas e del servizio idrico, che fanno riferimento a reti e impianti gestiti in accordo a standard abbastanza uniformi, nel settore dei rifiuti vi è una molteplicità di elementi che caratterizzano il servizio (estenzione della raccolta differenziata, modalità e frequenza della raccolta, formati dei contenitori, differenziazione delle frazioni recuperate, problematiche logistiche, tecnologie per il trattamento, il recupero e lo smaltimento, servizi accessori abbinati all’igiene urbana, gestione dei rifiuti speciali assimilati, ecc.).
Gli interventi dell’Autorità, finalizzati alla promozione dell’efficienza e di un’equa definizione delle tariffe, sono destinati a influenzare in modo importante il mercato, che è caratterizzato da bacini di affidamento troppo piccoli (ma talvolta troppo grandi), con imprese molto piccole. Vi sono proposte che suggeriscono di adeguare le dimensioni dei bacini collocandoli nell’intorno di 80-90mila ton di rifiuti.
Vi è poi il tema degli impianti di smaltimento, che rappresentano l’elemento chiave della filiera dei rifiuti, dove le Autorità regionali e provinciali svolgono un delicato ruolo di pianificazione territoriale che influenza in modo significativo il costo del servizio per i cittadini. La delicatezza del ruolo è testimoniata dai numerosi ricorsi al Consiglio di Stato per decisioni regionali che sembrano invadere la sfera di competenza dello Stato in materia di programmazione e gestione dei rifiuti. Secondo alcuni esponenti del Governo, è necessario riaffermare il principio di prossimità di gestione dei rifiuti, evitando il tanto deprecato “turismo dei rifiuti”.
La raccolta differenziata è sempre più efficace ma il mercato dei prodotti di riciclo è limitato, in particolare nel settore della plastica, ed è pertanto necessaria una maggiore flessibilità nella dotazione impiantistica, che contempli un bilanciamento tra recupero e smaltimento.
Le aziende che operano nel settore dovranno rinnovarsi profondamente, investire nella dotazione impiantistica, crescere o aggregarsi ad altri operatori per continuare a competere in un mercato destinato ad evolvere verso una maggiore efficienza e trasparenza.