La rivoluzione silenziosa del servizio idrico

Il settore idrico in Italia è caratterizzato da questi numeri:

  • 801 operatori
  • servizi in economia per l’80% dei Comuni
  • 1,5 miliardi di investimenti annui nel 2015 (da 50 euro per abitante a 150 euro, secondo i territori).

Vi è oggi una grande disparità degli investimenti in nuove infrastrutture idriche sul territorio nazionale. Queste differenze negli investimenti potrebbero essere eliminate con l’adozione di standard tariffari e tecnici unici.

Gli acquedotti sono in gran parte vecchi e le perdite in rete sono significative: al Nord ci si attesta al 26%, al Centro al 46% e al Sud al 45%.

Tra gli altri fattori di inefficienza emergono anche: carenze tecniche delle progettazioni dovute a una scarsa conoscenza del territorio, i tempi lunghi degli iter autorizzativi per il finanziamento e il contenzioso nelle procedure di affidamento.

E’ elevato il gap infrastrutturale rispetto al contesto europeo e gli investimenti diventano sempre più necessari per tutelare il futuro delle infrastrutture idriche italiane.

Una tariffa unica nazionale, con sistemi di perequazione, potrebbe consentire di migliorare e allineare la qualità dei servizi.

I servizi idrici sono organizzati sulla base di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), ovvero di porzioni di territorio i cui confini sono definiti dalle Regioni. In Italia si contano 64 ATO, di cui 1 interregionale, 12 regionali e 51 con delimitazione territoriale più ristretta.

All’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas sono state attribuite nel 2011 le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici. Il lavoro dell’Autorità è di assicurare ai consumatori un servizio di qualità al minor costo, creando le condizioni per realizzare i necessari ingenti investimenti infrastrutturali.

Questo richiede un’evoluzione verso una regolazione stabile e certa, un sistema tariffario equo, trasparente e non discriminatorio, nel rispetto del «recupero integrale dei costi». Ciò significa garantire che la gestione dei servizi idrici avvenga in condizioni di efficienza e di equilibrio economico e finanziario.

Le nuove regole sono destinate a favorire processi di aggregazione tra diversi gestori e di efficientamento della gestione operativa, che passa attraverso una rivistazione delle infrastrutture impiantistiche e delle reti, di investimenti mirati e compatibili con l’equilibrio finanziario e con un’evoluzione della tariffa sostenibile per i consumatori. Una quadratura non banale, ma non impossibile.